Studio Marangoni racconta Badia a Coltibuono

Il progetto
Badia a Coltibuono è un luogo in cui la storia si intreccia con la vita quotidiana: dalle radici medievali ai giorni nostri, ogni pietra, giardino e scorcio di paesaggio racconta secoli di cultura e dedizione.
La campagna fotografica realizzata da Eleanor Docherty, Antonino Pellegrino, Leonardo Vitti e Gianluca Sansevrino, con la supervisione di Donato Sambuco e nell’ambito dei percorsi di Fondazione Studio Marangoni, ha avuto l’obiettivo di valorizzare questo patrimonio unico, mettendo in dialogo architettura, natura e persone.
Se il paesaggio e gli edifici contribuiscono a definire l’identità di Badia a Coltibuono, sono i volti e le storie di chi vi lavora a renderla viva. Attraverso le immagini, gli autori hanno raccontato la realtà contemporanea dell’azienda, con uno sguardo autentico e profondo su chi ogni giorno contribuisce a mantenerne viva l’anima.
Il vino, cuore pulsante di Badia a Coltibuono, è stato il filo conduttore dei progetti: ciascun autore ha sviluppato una propria ricerca per raccontare un aspetto che rende Coltibuono un luogo unico, attraverso una residenza che li ha immersi nei suoi valori, nelle sue atmosfere e nel ritmo autentico della vita che la anima.
Lo studio Marangoni
Da oltre trent’anni lo Studio Marangoni è un punto di riferimento in Italia e in Europa per la formazione e la diffusione della cultura fotografica.
La scuola si distingue per un metodo didattico che integra la formazione artistica con quella professionale, accompagnando ogni studente in un percorso completo di crescita personale e creativa.
Fin dalla sua fondazione, lo Studio Marangoni promuove la fotografia e l’audiovisivo come strumenti di ricerca e di dialogo culturale, offrendo ai giovani autori l’opportunità di confrontarsi con professionisti di fama internazionale e con importanti istituzioni. I progetti realizzati in collaborazione con partner pubblici e privati rappresentano esperienze di alto valore formativo e, al tempo stesso, occasioni di produzione di immagini che restituiscono uno sguardo corale e contemporaneo sul mondo.
La misura del tempo
Badia a Coltibuono è uno di quei luoghi in cui la pietra, la luce e la vegetazione rivelano una tensione costante tra permanenza e trasformazione.
Attraverso il dialogo tra interni e paesaggio queste immagini cercano di restituire la densità del silenzio e il respiro lento della storia. Ogni bottiglia impolverata, ogni ombra sul muro, ogni pezzo dell’arredamento diventa parte di una narrazione che parla di attesa e di trasformazione; di un equilibrio fragile e perfetto tra natura e cultura, tra ciò che si conserva e ciò che evolve.
Badia a Coltibuono diventa così più di un luogo: è un dispositivo di memoria, un corpo vivo in cui il passato non è un residuo ma una presenza attiva. È in questa sovrapposizione di materia e storia che si definisce lo spazio dello sguardo contemporaneo, invitando a ripensare il tempo non come linea, ma come stratificazione visiva e culturale.
"-Occhio a quella, ti coglierà di sorpresa!-, ed era vero… "
Ho adottato un approccio spontaneo per documentare le persone che rendono viva Badia a Coltibuono. Le immagini sono scatti rubati: una pausa durante una chiacchierata, una risata nervosa, i gesti semplici e sicuri di una mano esperta. Una serie di respiri presi tra le mille attività che offrono uno sguardo ammirato sul movimento, la cura e la dedizione di questa comunità.
C’è un tempo che precede il rito, un’attesa che abita la terra
I luoghi della Badia, fin dal primo giorno, non hanno fatto altro che suggerirmi di meditare sul fattore tempo e sulla stratificazione della memoria collettiva, della ripetizione, della tradizione.
Quello che più mi è sembrato naturale osservare è stato tutto ciò che rimaneva in disparte, in silenzio nei preparativi. Tutto era in ascolto e in attesa, del gesto tramandato, della promessa del raccolto.
È l’avvio al rito, un’attesa come forma del sacro.
Traccia Storica
Badia a Coltibuono è la testimonianza storica di chi ha vissuto questo luogo, e chi lo ha fatto, vi si è dedicato anima e corpo.
Attraverso questi scatti, ho raccontato la storia del luogo, non solo con quello che si vede, ma con quello che si “sente”.
Ho rallentato il tempo, soffermandomi su dettagli e forme: il contrasto della materia scandisce il tempo e crea nuove forme tangibili. Qui nasce l’invito a scoprire la storia di questo luogo più da vicino e più lentamente.
Luogo di pace e tranquillità
La Badia domina un promontorio collinare nel cuore del Chianti classico in un paesaggio apparentemente naturale ma in realtà fortemente modellato dalla mano dell’uomo. Attorno a Coltibuono però resiste ancora una vasta area di foreste, sassi e corsi d’acqua che sembrano lasciati intatti e intoccati.
È da questi elementi della natura che qui appaiono incontaminati, che parte la mia ricerca, per poi puntare l’obiettivo sulla Badia, un luogo di pace e tranquillità dove la pietra diventa chiesa, gli alberi colonne, il ruscello vasche ornamentali e piscine le cui bellezze celano il duro lavoro dell’uomo che qui, quotidianamente, combatte per metterle al riparo da quella natura “aspra e forte” che è appena lì fuori e sempre pronta a riprendersele.