Il marroneto incantato
Il nuovo spot di Coltibuono
A Coltibuono, la storia dei boschi comincia poco dopo l’anno Mille, quando i monaci vallombrosani arrivarono in queste terre e ne fecero il cuore pulsante della loro vita. Uomini di fede, ma anche pionieri dell’agricoltura e della selvicoltura, trasformarono le foreste in un laboratorio di conoscenza e spiritualità.
Attorno agli alberi costruirono un’economia sorprendentemente moderna. Piantarono vivai per ripopolare i boschi e coltivarono specie diverse, dai faggi ai frassini, dagli aceri ai tigli. L’abete bianco, che svettava diritto verso il cielo, divenne per loro un simbolo della tensione spirituale dell’uomo. Il castagno, quasi sconosciuto prima del Medioevo, trovò grazie a loro la sua consacrazione: i suoi frutti dolci e nutrienti salvarono intere comunità dalle carestie.
Il loro sapere andava oltre la semina. Conoscevano i segreti del terreno e sapevano come addolcire la durezza dei Monti del Chianti. Alternavano alberi a cespugli capaci di migliorare la terra, come il lentisco, o di nutrire le api, come il pitosforo. Così, pietra dopo pietra, davano vita a un suolo fertile e ricco di vita.
I monaci osservavano la natura con occhi attenti. Intuirono il ruolo vitale dei boschi come serbatoi d’acqua, capaci di generare sorgenti e allo stesso tempo di frenare la violenza delle piogge. I boschi erano per loro non solo legna e frutti, ma anche una protezione contro le inondazioni, un equilibrio fragile da custodire.
Anche nel cibo dimostravano ingegno. Nei mesi invernali raccoglievano il ghiaccio e lo conservavano in grandi fosse sotterranee, le ghiacciaie, per usarlo d’estate. Così riuscivano a preservare latte e formaggi quando il caldo avrebbe rischiato di rovinarli.
Coltibuono non fu soltanto un monastero. Fu un luogo dove spiritualità, lavoro e innovazione si fusero in un’unica visione. Nei boschi, negli alberi e nei frutti della terra i monaci vallombrosani trovarono un linguaggio per dialogare con Dio, lasciando in eredità un paesaggio che ancora oggi racconta la loro opera.
